(En) Animal Spirits: a bestiary of the digital commons

Spiriti animali: Un bestiario dei commons digitali

Spiriti animali: Un bestiario dei commons digitali.
Relatori: Matteo Pasquinelli, Bruce Sterling
Moderatore: Luca Barbeni
1 aprile 2009 || ore 17.00
Laboratorio G. Quazza, via Sant’Ottavio 20, Torino
ingresso libero
Dopo anni dominati dal feticismo del digitale, gli spettri della crisi finanziaria ed energetica hanno colpito anche la cultura dei nuovi media e mettono in questione l’autonomia dei network. Nonostante questo il mondo dell’arte e dell’attivismo celebra ancora i Creative Commons e le “città creative” come nuovi ideali per la generazione Internet. Svelando gli “spiriti animali” al di sotto dei nuovi commons digitali e dell’economia della conoscenza, Matteo Pasquinelli identifica i conflitti sociali e i modelli di business che operano tranquillamente, per esempio, dietro la retorica della Cultura Libera. Le corporation che si insinuano all’interno dei network di file-sharing come un silenzioso e invisibile parassita; la speculazione immobiliare che prospera come un’idra di cemento in “città creative” come Berlino e la natura bicefala di Internet con il suo sconfinato underground di pornografia sono tre dimensioni distopiche della “politica del comune” che vengono spesso rimosse dal pensiero critico. Bruce Sterling e Matteo Pasquinelli, ispirandosi alle suggestioni di J.C. Ballard, discutono una grammatica politicamente scorretta per la nuova generazione dei “commons”.
Presentazione del libro: Matteo Pasquinelli, Animal Spirits: A Bestiary of the Commons, Rotterdam: NAi Publishers / Institute of Network Cultures, 2008.
Introduzione e indice del libro: http://www.rekombinant.org/mat

Share Campus

Share Campus

Nel percorso di avvicinamento verso la prossima edizione di Share Festival che si terrà dal 4 all’8 novembre presso il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, Piemonte Share  organizza due giornate dedicate agli studenti universitari e dell’Accademia:

Workshop Orchestra Meccanica Marinetti

27 marzo 2009 || ore 14.45-18.30
Accademia Albertina di Belle Arti, via Accademia Albertina 6, Torino.
Angelo Comino, autore dello spettacolo OMM plays Nag Hammadi e ideatore della macchina scenica Orchestra Meccanica Marinetti, presenta agli studenti le tecnologie utilizzate, quali Max MSP,  MIDI e DMX512, per soffermarsi nella seconda parte su esercizi pratici realizzati con il software Open Source Processing. Due robot percussionisti.
Orchestra Meccanica Marinetti è costituita da due robot che suonano su bidoni d’acciaio interagendo con il performer.
Il workshop è dedicato unicamente agli studenti dell’Accademia e agli studenti dell’Università di Plymouth, guidati dal prof. Gianni Corino.
www.toshare.it/OMM

Seguirà la Proiezione del docu-video sul OMM
27 marzo 2009 || ore 19.00
Microplex King Kong, via Po 21, Torino
Siete tutti invitati alla presentazione del video-documentario sulla fase produttiva dello spettacolo Orchestra Meccanica Marinetti. OMM è stato il primo progetto di Action Sharing, piattaforma per l’innovazione che coniuga arte e impresa. Realizzato grazie al supporto della Camera di commercio di Torino. Il documentario è stato realizzato da Diecidecimi con la regia di Guendalina Di Marco.
ingresso libero

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Conferenza sull’arte digitale
Spiriti animali: Un bestiario dei commons digitali.
Relatori: Matteo Pasquinelli, Bruce Sterling
Moderatore: Luca Barbeni
1 aprile 2009 || ore 17.00
Laboratorio G. Quazza, via Sant’Ottavio 20, Torino
ingresso libero
Dopo anni dominati dal feticismo del digitale, gli spettri della crisi finanziaria ed energetica hanno colpito anche la cultura dei nuovi media e mettono in questione l’autonomia dei network. Nonostante questo il mondo dell’arte e dell’attivismo celebra ancora i Creative Commons e le “città creative” come nuovi ideali per la generazione Internet. Svelando gli “spiriti animali” al di sotto dei nuovi commons digitali e dell’economia della conoscenza, Matteo Pasquinelli identifica i conflitti sociali e i modelli di business che operano tranquillamente, per esempio, dietro la retorica della Cultura Libera. Le corporation che si insinuano all’interno dei network di file-sharing come un silenzioso e invisibile parassita; la speculazione immobiliare che prospera come un’idra di cemento in “città creative” come Berlino e la natura bicefala di Internet con il suo sconfinato underground di pornografia sono tre dimensioni distopiche della “politica del comune” che vengono spesso rimosse dal pensiero critico. Bruce Sterling e Matteo Pasquinelli, ispirandosi alle suggestioni di J.C. Ballard, discutono una grammatica politicamente scorretta per la nuova generazione dei “commons”.
Presentazione del libro: Matteo Pasquinelli, Animal Spirits: A Bestiary of the Commons, Rotterdam: NAi Publishers / Institute of Network Cultures, 2008.
Introduzione e indice del libro: http://www.rekombinant.org/mat

RomaEuropaFAKEFactory

RomaeuropaFAKEFactory

Per il suo rilancio, il Concorso Internazionale RomaeuropaFAKEFactory il 20 e 21 marzo inaugura a Roma una densa due giorni dedicata al tema “Freedom to Remix“: dal Senato alla Libreria Flexi al Neo Club, un evento capace di attraversare spazi e contesti diversi della metropoli, da quello più istituzionale fino al night clubbing di via Libetta.

Il Senato, presso l’ex Hotel Bologna (via di S.Chiara 4), ospita il 20 Marzo dalle 10 alle 14.30
[ REFF.erence ]
Le politiche culturali e la gestione della proprietà intellettuale nell’era contemporanea” (*)
una conferenza-dibattito dove il Concorso diventa lo spunto per aprire un confronto sul senso di arte, cultura e creatività, gestione delle politiche culturali, rapporti fra nuovi modelli di business e legislazione in materia di copyright e brevetti, con i protagonisti del REFF, testimonianze video di Derrick de Kerckhove, Massimo Canevacci, Carlo Infante e conclusioni del sen. Vincenzo Vita.

Intervengono fra gli altri: ass. Giulia Rodano, ass. Cecilia D’Elia, Luca Neri, casaluce/geiger synusy@cyborg, Simona Lodi, Arturo Di Corinto, Francesco Monico, Stefano Coletto, Francesco “Warbear” Macarone Palmieri, Gianluca del Gobbo, Valeria “Jemma Temp” Guarcini, Alex Giordano, Davide D’Atri, Guido Scorza, Marco Scialdone, Valerio Mattioli, OtherehtO, Marco Fagotti, Rosella Ongaretto, Francesco Magnocavallo.

Il 21 dalle 18:00 appuntamento per un
[ REFF.ternoon ]
al Flexi Libreria Caffè, nel cuore del Rione Monti, con presentazione del libro “Assalto al Copyright” (Edizioni Cooper), introdotto da Arturo di Corinto: a seguire incontro-dibattito con Luca Neri, autore del libro. La suggestiva ex-sugheria verrà animata dalla video-installazione “Flight SynEp” by OtherethO.

A seguire, dalle 23 in poi,
[ REFF.jected ]
RomaEuropaFAKEFactory Launch Party
Nello spazio invisibile del Neo Club, Rejected invita i suoi reietti al continuo remixaggio pirata di identità, giocando su concetto di inclusione/esclusione e sul remix musicale, digitale, umano, esperienziale, in un susseguirsi di performance, installazioni, vjset e djset live.

Per la newmedia art è tempo di ricominciare da UNO – Unidentified Narrative Objects


Per la newmedia art è tempo di ricominciare da UNO - Unidentified Narrative Objects

Mi è piaciuta la sfida che Francesco Monico ha lanciato con un dibattito sulla new media art al “Centro Forma” di Milano lo scorso 4 marzo. Francesco Monico è l’attivissimo Direttore Scuola Media Design & Arti Multimediali , presso la NABA – Nuova Accademia di Belle Arti Milano, progettata da lui stesso, dove insegna Teoria e Metodo dei Mass Media.
Il simposio da lui organizzato sulla formazione e la ricerca nelle new media art, fa parte delle attività del programma di ricerca dottorale Phd M-node,  era incentrato su una tematica che ha colpito nel segno provocando una valanga di contributi da parte di critici, artisti, scrittori, registi e curatori italiani. Lo spunto teorico del simposio è stato la valutazione critica che Wu Ming 1 fa della narrativa italiana contemporanea definita New Italian Epic. Estendendone la portata culturale oltre la letteratura e trasponendone il paradigma dal romanzo all’ambiente audiovideo e alla new media art si compie il breve passaggio  che dagli Oggetti Narrativi Non Identificati porta agli Audiovisivi Non identificati.

Il celebre saggio di Wu Ming 1 sul New Italian Epic dice:
Nelle lettere italiane sta accadendo qualcosa. Il convergere in un’unica – ancorché vasta – nebulosa narrativa di parecchi scrittori …. In genere scrivono romanzi, ma non disdegnano puntate nella saggistica e in altri reami, e a volte producono “oggetti narrativi non-identificati”. Diversi loro libri sono divenuti best-seller/o long-seller in Italia e altri paesi… ma sono una generazione letteraria: condividono segmenti di poetiche, brandelli di mappe mentali e un desiderio feroce che ogni volta li riporta agli archivi, o per strada, o dove archivi e strada coincidono.

Monico ha chiesto a quasi 30 tra artisti, critici, registi e scrittori se quella massa di prodotti come film brevi, video clips, video artistici,  cortometraggi, clips musicali o net.art, installazioni interattive e spettacoli multimediali sono Oggetti Audiovisivi Non Identificati o spazzatura? Se le produzioni di media audiovisivi, così come le opere di new media art fatte in Italia dagli anni Novanta, fossero analizzate criticamente attraverso un nuovo paradigma e si condividessero le premesse critiche che Wu Ming 1 ha trovato nella tesi degli UNOUnidentified Narrative Objects– si avrebbe una nuova epica italiana legata alla new media art? C’è qualcosa che unirebbe letteratura e newmedia art oggi in Italia?
Quali sarebbero i confini dentro i quali la “nebulosa” della new (media art) italian epic trae origine? Esiste un contesto sociale storico e quindi culturale che ha identificato un unicum italiano che va oltre la letteratura e si allarga a macchia d’olio anche a produzioni artistiche degli ultimi anni?
In ambito letterario il sanguigno Wu Ming 1 ha avuto il merito di scatenare un dibattito che, come lui stesso afferma,  “non accenna a spegnersi, anzi, si ravviva e si innalza a ogni bava di vento.  Il memorandum, pubblicato in rete, è stato scaricato circa 30.000 volte, riprodotto in varie forme e commentato, letto a fondo o letto in fretta, celebrato o liquidato, osannato o crocifisso tipo rana in un museo.”

Questo dibattito va oltre ciò che NIE è, ovvero la sua personale ipotesi di lettura.  Ciò che è invece un dato di fatto, sottolinea Wu Ming 1, “è l’esistenza di un corpo di testi, libri scritti nella “seconda repubblica” aventi in comune elementi basilari e una natura allegorica di fondo. Se tale corpo non esistesse il memorandum non sarebbe “suonato bene” a così tante persone, né avrebbe scatenato tutto quest’ambaradàn”.

Questi elementi basilari, questa appartenenza a un momento storico e politico italiano che Wu Ming 1 individua come “seconda repubblica” sono comuni anche alla newmedia art italiana?
Le caratteristiche, che formano il ”campo di forze” esercitato da molte opere che hanno fatto la massa di New Italian Epic, è il giacimento di immagini e di riferimenti condivisi che connettono opere in apparenza difformi, ma che hanno affinità profonde. Wu Ming 1 è attento a non parlare di “autori” , ma di “opere”, perché il New Italian Epic riguarda molto più le prime che i secondi.

Opere che sono “mutanti”, libri che sono indifferentemente narrativa, saggistica, prosa poetica che è giornalismo e che è memoriale che è romanzo, fiction e  non fiction, ibridi tra saggi di teoria estetica e letteraria.  Libri come Lezioni di tenebra, Cibo, I viaggi di Mel, Gomorra e Sappiano le mie parole di sangue.

L’accorpamento è definito con un gioco di parole, le iniziali di “Unidentified Narrative Object” formano la parola “UNO”; ciascuno di questi oggetti è un uno, irriducibile a categorie pre-esistenti, un numero primo.

Ecco che cosa sono gli oggetti narrativi non identificati . E gli oggetti artistici (quindi più visivi, ma sempre narrativi) non identificati cosa sono, anzi quali sono? Esiste una nebulosa artistica? Esiste un campo di forze analogo per la news madia art italiana?

Secondo Wu Ming 1 alla base di questa nebulosa visiva ci sono i Garage Media, concetto affrontato con Monico in fase di preparazione e oggetto di un workshop MDAM NABA, ovvero  quella auto-legittimazione culturale di un atteggiamento spontaneo, sia tecnico che critico spinto dalla disponibilità di  videocamere, sistemi di registrazione e di editing che hanno costi sostenibili per tutti, che consentono una grande diffusione dei  ‘personal media’; le telecamere sono incorporate sia nei telefoni cellulari che personal computer e con l’arrivo del web 2.0 un grande quantità di contenuti video sono pubblicati on line. Questi materiali possono rappresentare i contenuti per una New Italian Epic per i media audiovisivi e la new media art?
Gli UNO hanno – dichiara Monico – un approccio new media alle nuove narrazioni e quindi a nuove storie, esprimono nuove sensibilità, nuovi oggetti e si rivolgono a nuovi mercati.
Lo scopo del dibattito è portare avanti la definizione del primo paradigma che parte dagli UNO e arriva all’individuazione di opere che si riverberano nella etica e estetica della New (media art) Italian Epic. Gli UNO sono visti come un tool per creare un canone di riferimento e compilare un memorandum, come ha fatto per la letteratura Wu Ming 1.


La nebulosa degli UNO della new media art ha aggregato fin da subito molta parte della scena artistica italiana, da OtheretO,  l’avatar artistico e collettivo che come nomade diventa anche opera. Oppure il lavoro del notissimo artista/paradigma  Darko Maver di  01.org. che, come dice nella conferenza Eva Mattes, è un artista che non esiste  e rappresenta un esempio di UNO, perchè come altri loro progetti, parte da una storia e non da un’immagine, da un’idea e non da un oggetto visivo. Ma i loro lavori partono soprattutto dalla “strada” e “dagli archivi”, perché hanno usato la strada come vetrina nel caso dell’azione di culture jamming  Nikeground, e hanno stravolto gli archivi media con tecniche di cut up e mush up con Darko Maver, emulsionando materiale girato da altri per occupare uno spazio nuovo per l’arte che è lo spazio scenico rappresentato dai media.


Anche il documentario di Nicole Leghissa dell’esploratore della fine dell’800 Pietro Brazzà, parte dagli archivi, ma va oltre la semplice  biografia diventa qualcosa che non si limita a raccontare una storia, ma rivela una collettività. Oppure il collettivo Aut Art che con l’operazione “Anna Adamolo“  crea una reazione di attivismo che parte dalla strada e che diventa un gesto artistico, che compie azioni con un immaginario non domato. Oppure l’ultimo lavoro di Studio Azzurro che come dice Paolo Rosa è non un opera ma un’operazione. Tutti lavori che ogni volta che si applicano al narrato si modificano e diventano qualcosa d’altro dalla partenza.

Come le storie raccontate da Salvatore Iaconesi (xDxD) comprese nel suo progetto Art is Open Source, che partendo dalle strade informatiche fa dell’intelligenza artificiale un’opera anzi un virus nato nel ventre materno della rete, il bambino dal nome Angel_f (Autonomous Non Generative E-volitive Life Form); per Iaconesi UNO è anche raccontare una storia in modo nuovo, usando la potenza narrativa del fake dell’opera-festival  RomaEuropaFakeFactory che deturna  falsamente un concorso targato Telecom in ciò che definisce  fare  skateboard: “gli skater non vanno solo su una tavola a rotelle, ma percorrono muretti, gradini, ringhiere e scale per tracciare la loro avventura narrativa sulla città, sovrapponendo alla storia dell’architettura un’altra storia, ovvero aggiungere uno strato di realtà del tutto narrativo a uno già presente, raccontando storie  sovrapposte alle altre.”  Questo è lo scopo della neo epica virtuale, il web ci sta abituando a storie sovrapposte, meta narrazioni, da cui segue il concetto di mutazione linguistica, narrativa. Sono Oggetti di Narrativi Interstiziali, dedicate  a piccoli momenti, a spazi di tempo, che mutando cambiano la scansione del tempo e quindi le modalità del racconto.

Anche noi di Piemonte Share siamo stati invitati a dare un nostro apporto con il meta-progetto Action Sharing e l’Orchestra Meccanica Marinetti . Un esempio di Oggetto Narrativo Non Identificato che prelude alla nascita di un’epica della newmedia art. Un’opera che a partire dalla committenza e dalla produzione adotta meta-storia diversa che propone una nuova visione del rapporto tra arte, aziende altamente innovative e laboratori di ricerca sul territorio. Un’epica visivamente narrativa che riverbera significati, archetipi e linguaggi connotandoli in un ambiente culturale, che OMM contiene in sé,  allo stesso tempo umanista e tecnologico.  OMM parte dalla strada raccogliendo oggetti di scarto, come i bidoni e si ritaglia spazi che non sono propri dell’arte, come il Laboratorio Interdisciplinare di Meccatronica del Politecnico di Torino e l’azienda di robotica Prima Electronic.

Ciò implica una visione nuova dell’opera d’arte, come motore dell’innovazione e una nuova idea di mecenatismo. L’opera è fatta da ingegneri, ma il progetto è di un artista; sono state utilizzate elementi tecnologici costruiti da aziende metalmeccaniche ma sono parte di uno spettacolo unico, un numero primo. Il campo di forze nasce nella newmedia art, ma serve al comparto tecnologico piemontese legato alla robotica come esempio di talento produttivo locale. Inoltre Motor quando esegue con OMM lo spettacolo nagHammadi fa uso di materiali di repertorio foto e i filmati di guerra NATO (già usati in cleanUnclean).

Ecco di  questi UNO sentiremo ancora parlare, perché la sfida è stata appena lanciata.

Seguiranno approfondimenti e interviste ai protagonisti della New/mediart Italian Epic.

Simona Lodi

http://newmediaepic.wordpress.com/

L’artista Natalie Jeremijenko a LIFT2009 – Ginevra

L’artista Natalie Jeremijenko conosciuta per le sue straordinarie capacità di combinare le innovazioni tecnologiche con implicazioni sociali e ambientali, nella conferenza di Lift2009 a Ginevra ci invita a considerare le risorse tecnologiche da un punto di vista che ha come base fondamentale il risparmio energetico, il riciclo e la lotta all’inquinamento.

http://www.nouvo.ch/liftvideo

Simposio su New Media Art a Milano

Simposio di riflessioni, argomenti e temi sulle ricerche e pratiche del Media Design e delle New media Art.

Mercoledì, 4 marzo 2009 – Forma, Centro Internazionale di Fotografia, Sala delle Capriate, Piazza Tito Lucrezio Caro 1. Milano, dalle ore 9.00 am alle 18.00 pm.

simposio_milano

// Dagli Oggetti Narrativi Non Identificati agli Audiovisivi Non identificati //

Nelle lettere italiane sta accadendo qualcosa. Il convergere in un’unica – ancorché vasta – nebulosa narrativa di parecchi scrittori …. In genere scrivono romanzi, ma non disdegnano puntate nella saggistica e in altri reami, e a volte producono “oggetti narrativi non-identificati”. Diversi loro libri sono divenuti best-seller à diverse, ma sono una generazione letteraria: condividono segmenti di poetiche, brandelli di mappe mentali e un desiderio feroce che ogni volta li riporta agli archivi, o per strada, o dove archivi e strada coincidone/o long-seller in Italia e altri paesi. Non formano una generazione in senso anagrafico, perché hanno età diverse, ma sono una generazione letteraria: condividono segmenti di poetiche, brandelli di mappe mentali e un desiderio feroce che ogni volta li riporta agli archivi, o per strada, o dove archivi e strada coincidono.
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(Da http://www.wumingfoundation.com/italiano/WM1_saggio_sul_new_italian_epic.pdf)

// Teoria e Laboratorio – La miglior dimostrazione è l’esperienza //
Il media design come disciplina di ricerca mostra i limiti delle idee e delle riflessioni che riguardano cose che non possono essere oggetto di esperienza; in questo senso la teoria assume una funzione normativa, indirizza a uno scopo, in vista del quale le linee direttive di tutte le regole convergono. E’ la causa. Mentre la pratica delle New Media art (sia audiovisivo, documentario, media art, video art, interactive art, net art) si pone come catalizzatore e rende possibile il manifestarsi dell’effetto del pensiero.

William Burroughs – rifiutato da Romaeuropa Web Factory Prize

William Burroughs - rifiutato da Romaeuropa Web Factory Prize

William Burroughs, scrittore cult per un’intera generazione di artisti, poeti e narratori diventato famoso per la tecnica del cut-up, è stato respinto dalla sezione letteraria del RomaEuropa Web Factory. “Non è un lavoro originale!”, ha decretato la giuria del concorso, il cui regolamento esclude le opere frutto di remix, mash-up e manipolazioni di contenuti.

Ecco le dichiarazioni dello scrittore recentemente apparse su un video di 1minuto e mezzo che circola da ieri in rete
http://www.youtube.com/watch?v=MdTBEFtrW2s

“Sono William Burroughs.
Non posso partecipare a Romaeuropa Web Factory.
Dannazione a quegli idioti, non capirebbero l’arte nemmeno se gli andasse a sbattere in faccia.
Ombre profonde si estendono sulla cultura quando la cultura non riesce a stare al passo con il mondo in cui vive.
Non posso partecipare a RomaeuropaWeb Factory.
Non posso partecipare perché sono un vecchio uomo, che ritaglia pezzi di carta, alla ricerca di poesie nascoste, letterature dimenticate, in cose gettate via, dimenticate, seppellite nella spazzatura.
Sono William Burroughs.Non posso partecipare a Romaeuropa Web Factory.”

William Burroughs adesso si è unito al RomaEuropaFAKEFactory.

Maggiori informazioni su
http://www.romaeuropa.org/

Share Festival posticipato

L’edizione di quest’anno di Share Festival è stata spostata. Bisognerà aspettare un pò di tempo: “Market Forces” ha finito per essere il tema del festival fin più di quanto ci aspettassimo. Ciò significa che Share Festival non sarà, come pianificato a marzo 2009, ma si svolgerà dal 4 all’8 novembre 2009.
In questi mesi di abbiamo lavorato tantissimo affinché la cultura e l’arte non fosse tagliata a causa della recessione economica. L’intervista di Simona Lodi pubblicata su http://www.interviewingthecrisis.org/?p=32 spiegava cosa stava accadendo a Torino. Per  sostenere la cultura e contro i tagli finanziari del governo c’è stata una grande manifestazione a Torino sabato 14 febbraio. Noi abbiamo fatto sentire la nostra voce insieme ad artisti, registi, attori e dj a Villa Capriglio durante l’evento “Love Share”. Dopo queste battaglie stiamo ottenendo alcuni risultati importanti : più visibilità sui media, più ascolto da parte delle istituzioni maggiore audience.

Proprio questo momento globalmente difficile ci ha fatto riflettere profondamente. Ci siamo chiesti insieme al curatore ospite Andy Cameron cosa volevamo e cosa non volevamo fare nel futuro. Questo confronto  ci ha portato all’obbiettivo di ri-progettare Share Festival nei contenuti e di legarlo maggiormente agli eventi di Torino che si occupano di musica, animazione e teatro in ambienti altamente tecnologici. Desideriamo anche aumentare il dialogo con il sistema dell’arte mainstream locale , perchè crediamo che questo dialogo porterà a un rafforzamento della nostra attività e quindi un aumento della capacità di realizzare un edizione di Share Festival sempre più interessante e creativa. Per questi motivi abbiamo scelto di posticipare Share Fest dal 4 al 8 novembre 2009 – -un mese dedicato alla arti contemporanee a Torino –  per lavorare a rinnovare il progetto e costruire legami con i nostri colleghi degli altri festival.

A presto.

Dopofuturismo a Carrara

Dopofuturismo a Carrara giovedì 19 e a Roma venerdì 20 febbraio 2009.

dopofuturismo2
In occasione del centenario della pubblicazione del Manifesto Futurista, la scuola di Nuove Tecnologie dell’Arte dell’Accademia di Belle Arti di Carrara realizza un evento teorico, progettuale, artistico, gastronomico.
Il 19 febbraio a Carrara e il 20 a Roma verrà lanciato il Manifesto del Dopofuturismo, una riscrittura del manifesto originale con un testo che ha le stesse tonalità, le stesse cadenze e gli stessi ingombri tipografici, ma espressione del modo in cui OGGI si pensa al futuro.
Il futurismo è la testimonianza estetica e culturale di un secolo che credeva nel futuro. Come abbiamo immaginato il futuro durante i cento anni che ci separano dalla pubblicazione del primo manifesto del futurismo italiano, nel febbraio del 1909?
Come ce lo ha presentato l’attività degli artisti, dei poeti, dei pensatori? E come immaginiamo il futuro oggi, cento anni dopo la pubblicazione del primo manifesto futurista?

PROGRAMMA
• apertura delle esposizioni e installazioni prodotte da studenti e docenti a cura di Massimo Cittadini, Massimiliano Menconi, Federico Bucalossi
(http://groups.google.com/group/centenariofuturismocarrara/web/mostra-installazioni )
• conferenza con interventi di: Franco Berardi (Bifo), Tommaso Tozzi, Gabriele Perretta, Matteo Chini, Pier Luigi Capucci, Domenico Quaranta, Giacomo Verde
(http://groups.google.com/group/centenariofuturismocarrara/web/conferenza )
• lancio del Manifesto Dopofuturista in formato cartaceo