Scotta sempre di più il REFF!

Ecco come promesso l’intervista a Oriana Persico e a Salvatore Iaconesi (REFF) ancora sulla giornata dedicata a questioni legate all’open source, al diritto d’autore e all’hacking  che si è tenuta  al LPM 2009 anticipata qui.

Simona Lodi: avete fatto un incontro sulle tematiche del REFF qui a LPM di Roma. Non sono mancate le discussioni anche dai toni accalorati. Io vi ho seguito in call conference per quello che permetteva la connessione. Come è andata? e chi ha partecipato?

Oriana Persico, Salvatore Iaconesi: Hanno partecipato molte persone invitate da noi. Abbiamo voluto dare un taglio professionale all’incontro. Fisicamente c’era l’avvocato e esperto di diritto d’autore Marco Scialdone (curatore della sezione LawArt ), Gianmarco Bonavolontà video maker (curatore 100Cuts), Rossella Ongaretto architetto (curatore 100 Spaces), Lorenzo Imbesi (Università La Sapienza – Roma), Luca Simeone e Federico Ruberti (coordinatore del comitato scientifico del REFF), Davide D’atri (Beatpick.com), Alessandro Ferrante architetto (Assessore alla Cultura a Roma), Russell Carrens (myRMX – California), mentre in video conferenza hanno partecipato oltre a te anche Leo Sorge giornalista, Marco Fagotti (curatore 100sample – Anomolo.com); Brett Gaylor, EyeSteelFilm.

REFF @ LMP2009

REFF @ LMP2009

Siamo un po’ dispiaciuti per le difficoltà di collegamento in remoto: gli amici di Opensource Cinema e PAM da Canada e New York, il ToShare e Anomolo Records erano tutti là puntuali con tanta voglia di partecipare al dibattito, ma un ponte wirless approntato solo nel pomeriggio e l’impossibilità (quindi niente prove il giorno precedente) hanno reso quasi impossibile la connessione. Ci ripromettiamo di coinvolgere tutti a breve in prossime iniziative e intanto li/vi ringraziamo tutti!

Tornando alle tematiche dell’incontro, lo abbiamo chiamato REFF.erence 2. Il primo si è svolto a marzo in senato come evento di lancio del REFF. Questa volta eravamo in un Centro Sociale Occupato il Brancaleone, nella cornice di un evento organizzato da un network di persone che animano da anni la scena underground e la cultura Queer romana. Strano? Affatto. La modalità è la stessa: creare spazi di attraversamento dove si intersecano mondo diversi – non vi sembrerà strano che molte delle persone che sono coinvolte a più livelli in LPM/REFF fossero relatori o moderatori dei panel al senato e viceversa. Anche questa volta abbiamo cercato di portare pezzi istituzionali, come può esserlo l’università, in un contesto completamente diverso: pensa che alla fine è venuta anche una rappresentanza ufficiale dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Roma (giunta Alemanno!) a confrontarsi sulle politiche culturali e le scelte dell’innovazione… Difficile da credere ma è accaduto. Abbiamo cercato di unire i temi sul diritto d’autore con l’emersione di nuovi modelli di business, ragionando su quali politiche culturali possano complessivamente supportare la creatività “ora” (leggere nella realtà contemporanea), con un occhio di riguardo a come le esperienze che nascono dalla net.art alla sperimentazione più spinta sui nuovi media possano anche rappresentare alternative percorribili alla crisi. E quando riusciamo a creare questo frame interpretativo, le reazioni suscitano tutto tranne che disinteresse, anche in “non addetti” del settore. E questo per me è molto importante.

REFF @ LPM2009

REFF @ LPM2009

SL: Avete smosso molte acque con questa operazione anche in casa Roma Europa/telecom e quindi in campo “aziendale”. Cosa è successo?

OP/SI: Sì, in effetti è successo. Diciamo una “contaminazione” positiva. In realtà ce li siamo ritrovati alla conferenza in Senato: nei giorni precedenti eravamo finiti sull’Espresso e su Liberazione e poi in Senato… Immagino che volessero capirci qualcosa: ma questi chi sono? da dove sono spuntati? e soprattutto, cosa vogliono? Me lo ricordo quando si sono presentati, perchè gestivo un po’ io gli inviti e la sala, per cui le facce non le conoscevo. Gran sorriso e inchino come per tutti e chiedo: chi siete? la Fondazione Romaeuropa, pensavamo che ci invitaste (erano in 3, cda al completo). Rido e dico prego benvenuti, accomodatevi, avete ragione e lo volevamo fare (era vero), ma non abbiamo avuto tempo. Sono rimasti fino alla fine, guadagnandosi un meritato diritto di parola, che ha sorpreso tutti: venivano a studiare la concorrenza. Penso che la cosa che li abbia spiazzati di più e non trovarsi davanti gente che dice “no”, e che invece afferma la sue esistenza, che sostiene la propria azione/visione puntando sulla convivenza e non sulla contrapposizione. E’ poi facile immaginare la loro difficoltà nel comprendere come un insieme di soggetti completamente de-strutturato, non legato a correnti partitiche, senza soldi riesca non solo (r)esistere, ma addirittura ad arrivare in senato, mentre il REFF in quei giorni entrava nel calendario ufficiale dell’anno della Creatività e dell’Innovazione della Comunità Europea. Deve comunque essere stato uno shock…
Fatto sta che ci hanno seguito per tutti e due giorni di evento (anche la sera al NeoClub). A distanza di circa due settimane ricevo una telefonata da una giornalista che vuole fare un pezzo sul REFF. Nel discorso viene fuori l’argomento Fondazione e mi lei mi dice con non curanza che avevano cambiato i termini del concorso. Vado subito a controllare ed era vero: la liberatoria sui diritti di utilizzazione era stata parzialmente modificata. Adesso se non sbaglio stanno facendo dei questionari indirizzati agli artisti per capire che ne pensano di remix, mashup e diritto d’autore :) Ci sembra un’interazione ben riuscita, anche se questo non è il centro della nostra azione.

REFF @ LPM2009

REFF @ LPM2009

SL: I contenuti densi e una comunicazione forte ha attratto community che si è radunata attorno al REFF? da chi è formata  e su cosa si basa?

OP/SI: A dire il vero abbiamo quasi perso il conto. Credo che siamo arrivati a raccogliere oltre 75 partner realmente distribuiti ai quattro angoli del pianeta… Dici bene, i due fattori fondamentali sono stati senz’altro il contenuto e la comunicazione fresca e immediata e la stratta interconnessione con reti di artisti, associazioni, attivisti, liste. Da quando Salvatore a segnalato il caso su AHA, abbiamo fatto partire una comunicazione su artsblog, per cui scrive Oriana, e abbiamo scritto una lettera aperta. Originariamente eravamo in tre (noi e Marco Scialdone, l’avvocato ufficiale del REFF, per inciso giovane ed espertissimo, nonché il primo ad aggiungere una serie di riflessioni squisitamente legali, che si aggravavano le criticità del concorso…). Salvatore aveva già comprato il dominio romaeuropa.org e il concorso era nell’aria. Così si sono uniti Warbear e Gianmarco Bonavolontà come curatori e anche i primi partner del progetto come Beatpick, LPM, la FHF, l’Istituto per le politiche dell’Innovazione e (lo possiamo dire?) il ToShare :) Anche qui una rappresentanza eterogenea, atta di curatori, intellettuali, singoli artisti, giuristi. Il processo ad un certo punto si è invertito: non li cercavamo più, venivano loro. Significa che si è generata un’entropia che lo ha alimentato. Il problema vero è la gestione, naturalmente: dovremmo avere il tempo di curarci di ogni partner e della comunicazione, ma ancora non siamo riusciti a mettere in piedi la newsletter!
Volevo poi ricordare che accanto ai partner si è creata spontaneamente un equipe di una ventina di persone che oltre al supporto comunicativo, sta anche facendo il lavoro più duro, quello organizzativo e quello legato al concorso (perché anche quello va gestito!). Con loro e con altri partner stiamo cercando di attivare anche un livello di collaborazione più progettuale e le possibilità esistono: pensa che ad esempio abbiamo partecipato ad un bando europeo… e questo secondo me è stato rilevante anche a livello simbolico, come l’affermazione di una direzione e di una volontà.

SL: il REFF è attivismo politico in chiave artistica, un’azione fondamentale oggi in Italia, che è considerata un paese a rischio democrazia, anche per le restrizioni in tema di libertà della rete e i progetti di legge recenti fanno reagire gli artisti come voi.  La politica ha reagito? Avete già ottenuto dei risultati?

OP/SI: Si e no, difficile da giudicare. Al Senato avevamo lanciato anche la proposta di un tavolo sulla cultura digitale, da creare in commissione cultura. E su questo abbiamo avuto l’ok del sen. Vincenzo Vita, quello che ha ospitato l’evento. Abbiamo coinvolto tutti i partner più attivi, ma questi non sono processi automatici, richiedono tempo e molto investimento, o un grosso “potere” di contrattazione, che significa essere rappresentati o rappresentativi di una corrente partitica, specie qui in Italia, o essere realmente capaci di un’azione di lobbying autonoma. Ma anche per questo ci vogliono tempo e risorse: fare lobby è un lavoro anche molto ben pagato…
In sintesi, si può dire che ci sono delle premesse e un terreno su cui costruire che non abbiamo abbandonato, ma che rimangono per adesso (e per forza di cose) a livello embrionale

www.artisopensource.net
www.romaeuropa.org
www.neorealismovirtuale.com