Il rifugio per la memoria frammentata di un’intelligenza artificiale caduta in disgrazia – Fabio Battistetti, Paola Lesina

supporto tecnico: Fabrizio Raimondo, Angelo Comino

Studio per un’opera: spazio per stare, riposare, muoversi e compiere una ricerca nella memoria, come esperienza e ricordo. Oggi la capacità cognitiva umana viene eguagliata, forse superata dal modello computazionale delle reti neurali. Siamo perennemente connessi, mantenuti in vita (sociale) dai dispositivi che maneggiamo. La realtà virtuale è reale, alla portata di dito. Una notifica ci invita in un’altra dimensione. Se non ricordiamo qualcosa, possiamo interpellare l’oracolo di G*****. Un tempo avremmo interpellato la nostra memoria, adesso istintivamente poniamo la domanda ad un motore di ricerca. Si stima che nel 2025 la mole annuale di dati scambiati raggiungerà i 180 zettabyte e saranno archiviati in datacenter sparsi per il globo. Il risultato è che sarà pressoché impossibile individuare dove si trova il dato corrispondente alle foto delle mie vacanze al mare. L’opera è composta da più elementi: alcuni realizzati da Paola Lesina durante la performance sul tema del segno realizzata nell’allestimento, un tappeto su cui è disegnato un diagramma di flusso del pensiero sviluppatosi attorno a Prometeo, un pouf che registra la forma di chi si siede, taccuini ed album con riproduzioni di schemi di reti neurali. Altri elementi rimandano alla fisicità della memoria, al riposo. Il movimento in prossimità dello spazio attiva un soundscape di parole, big data e melodie.

Fabio Battistetti è un’artista sonoro attivo nella produzione musicale ed è autore di performance interattive. La sua impronta creativa rimanda al do it yourself, alle arti digitali ed ad un’intensa relazione con l’ambiente naturale. Una storia in divenire, fatta di unione di punti all’interno del percorso di vita e di connessioni. Il punto di svolta è la produzione dell’opera performativa Into The Wood, che riflette con il suono quale possa essere l’interazione umana con un bosco. A seguire, il bosco stesso ha suggerito l’avvicinamento alle arti visive con un approccio empatico ed esperenziale. Di recente indaga il tema dell’ascolto, tramite una personale declinazione del paesaggio sonoro in un’ottica relazionale e performativa.