REFF . Dal fake all’originale e viceversa

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REFF: la storia di una contaminazione che continua. Al punto che l’originale adesso è quasi indistinguibile dal suo fake. Cosa è successo?

Pochi giorni fa all’Opificio Telecom, viene presentata la nuova edizione del concorso Romaeuropa Web Factory. Ecco cosa scopriamo. Il concorso quest’anno si sigla REWF e adotta le licenze Creative Commons: primo elemento di contaminazione con il suo falso REFF. Ma non è finita. Le tecniche di remix e mashup prima vietate dal regolamento assumono un ruolo centrale, addirittura esplicitamente promosse: secondo elemento di conteminazione. Infine, a sorpresa, fra i partner del nuovo WebFactory figura Beatpick, a sua volta partner del Fake, e persino nella stessa funzione: mettere a disposizione degli artisti il suo archivio di musicale. Terzo elemento di contaminazione che sfiora in questo caso l’identificazione totale: il falso entra nel corpo dell’originale attraverso una sua componente organica, un vero e proprio “innesto” restando nella metafora biologica.

Perchè parlare di questa storia su un blog che si occupa di arte? Non solo perchè è stata vinta una battaglia culturale su almeno due fronti – la legittimità e il valore delle forme di libera circolazione dei sapere e quella del lavoro di migliaia di artisti che da Warhol, a Borroughs, a Fluxus hanno messo il remix al centro della loro produzione. Ma anche perchè la dinamica brevemente descritta è paradigmatica del rapporto fra la produzione culturale e artistica che nasce dall’interstizio, dai bug del sistema, dalla pancia ribollente della metropoli, e le realtà corporate/istituzionali.

La “realtà”, la materia creativa – originaria più che originale, anche quando si presenta sotto forma di un falso (d’autore) – nasce in quelle pieghe ed è lì che crea il suo valore: un valore che il mercato usa e conosce alla perfezione. Intanto, se il REFF strizza l’occhio e saluta con favore la peculiare mutazione in corso, c’è da chiedersi quali saranno le prossime mosse e in che direzione si evolverà il rapporto fra questo riuscitissimo fake e il suo originale: ovvero Fondazione Romaeuropa e in testa a tutti il colosso Telecom Italia.

E a dire il vero, le cose sembrano già muoversi parecchio. Il REFF esce su Wired Italia di ottobre con un articolo di Francesco Monico, direttore della Scuola di Media Design e Arti digitali della NABA. Il sito, dopo l’attacco ricevuto ad agosto è nuovamente online  con un restyling del logo e della piattaforma, e l’iniziativa viene invitata a partecipare all’IGF Italia (incontro preparatorio dell’Internet Governance Forum dell’ONU), per raccontare la sua esperienza a cavallo fra arte, creatività, innovazione e dititti digitali, annunciando la preparazione di un grande evento finale in primavera che coinvolgerà Roma e altre capitali internazionali, fra cui probabilmente Londra e New York.

Staremo a vedere.

Fonte|ArtsBlog.it