Intervista ad Ernesto Klar

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Ernesto Klar presenta l’opera Convergenze Parallele a Share Prize 2009

– Qual è il ruolo che l’arte digitale ricopre nel rappresentare caos e complessità?

Se si fa riferimento al digitale nell’arte piuttosto che al digitale come categoria, direi che il ruolo che interpreta nell’arte è quello di “(ri)presentare” il caos e la complessità. In altre parole, quando applicate adnun contenuto artistico, le tecnologie digitali hanno la capacità di agire come un semplice “amplificatore” che permette agli artisti di creare in maniera dinamica, acquisire, tradurre e (ri)presentare interpretazionimmultiple e manifestazioni della complessità e del caos nella nostra vita di tutti i giorni.


– Pressioni del mercato. In che modo interagisci con le pressioni del mercato nella tua vita quotidiana?

Ritieni che le architetture hardware e software che compongono la nostra realtà digitale siano pressioni del mercato che opprimono l’artista o che, al contrario, gli offrono nuove potenzialità d’espressione?Le pressioni del mercato di sicuro portano al progresso di sistemi hardware e software, ma gli artisti hanno l’alternativa di valicare i limiti, tanto tecnici quanto economici, imposti da quelle architetture. La comunità open-source in generale è l’alternativa più ovvia. Nella mia produzione artistica, faccio affidamento tanto sui software e sugli hardware open-source quanto su quelli commerciali. E per quanto sia convinto dell’utilità di esplorare le nuove possibilità offerte dai sistemi open-source, credo che nessuno dei limiti di cui si è accennato debba diventare una ragione sufficiente per condizionare il potenziale espressivo degli artisti. Penso che esistano non pochi esempi di opere d’arte eccezionali, create intenzionalmente nell’ambito di sistemi chiusi e superati di software e di hardware, un esempio tra tanti potrebbe essere il Super Mario Clouds di Cory Arcangel.

– Qual è stata l’idea che ti ha ispirato all’inizio e che cosa hai imparato da quel progetto?

L’idea iniziale che alla fine mi ha portato alla creazione di Convergenze parallele era l’esplorazione della luce artificiale come mezzo artistico. Nel corso del processo creativo, mentre lavoravo su una serie di prototipi   he si differenziano abbastanza dall’opera finale, mi trovavo spesso a osservare meravigliato il movimento delle particelle di polvere che passavano nel raggio di luce. È un fenomeno semplice, di tutti i giorni, che mi a affascinato fin da bambino. A un certo punto nel corso dell’elaborazione ho capito di dovermi concentrarmi su quel semplice fenomeno. Nella sua iterazione finale, Convergenze parallele è un’installazione audiovisiva nella quale un software custom system rintraccia, visualizza e sonorizza in tempo reale le particelle di polvere nell’aria che passano attraverso un raggio di luce. L’installazione utilizza una videocamera digitale per catturare l’attività delle particelle di polvere che attraversano il raggio di luce. Il custom software analizza il segnale video per localizzare ogni singola particella e rivela la sua traiettoria attraverso la proiezione di un’immagine elaborata. Ne risulta che particelle fisiche disegnano una traccia del loro movimento, altrimenti invisibile, sulla “tela digitale”. Il software conferisce anche un suono e uno spazio a ogni particella che rintraccia e che visualizza, creando una contemporaneamente un’esperienza audiovisiva. Ho imparato molto lavorando su questo progetto e potrei fare qui un elenco (potenzialmente molto noioso) di dettagli tecnici. Ma la cosa più importante che ho capito è che non devo permettere alle implicazioni tecnologiche di questo “nuovo campo” di interferire con la mia sensibilità artistica e con i processi creativi. È stata la conferma del fatto che l’artista può (e dovrebbe lottare per) ottenere una relazione spontanea e intuitiva con questo “nuovo” mezzo.

– Nella sua ricerca del potenziale poetico insito nell’invisibile e nel microscopico, “Convergenze Parallele” mi ricorda i viaggi di Qfwfq, un personaggio di Le Cosmicomiche di Italo Calvino, dove il microscopico e il fisico si trasformano in poesia…

Sì, adoro Le Cosmicomiche di Calvino! È vero, nel personaggio di Qfwfq e nei suoi viaggi si trovano analogie con il contesto della mia opera, sia per quanto riguarda in generale il suo concetto e le sue intenzioni, sia per l’esperienza che potenzialmente offre agli spettatori. In generale, nel mio lavoro l’enfasi è posta sull’atto della percezione, qualcosa che tutti noi facciamo a ogni dato momento con il mondo che ci circonda. Anche se lo percepiamo tutti in maniera diversa, condividiamo le stesse capacità empiriche quando ci relazioniamo con il mondo. Io mi interesso di questo atto, così come dell’osservazione della natura e del mondo artificiale.  rovo che le tecnologie digitali siano un mezzo perfetto per accordare la nostra percezione con il mondo che ci circonda e in particolare per armonizzarci con quanto c’è di impercettibile. Come accennavo prima,  convergenze parallele genera un’esperienza audiovisiva sincronizzata, animando lo spazio circostante e immergendo lo spettatore in correnti di movimento gestuale. L’opera reagisce al movimento dell’aria nello spazio espositivo, sia che si tratti di correnti d’aria naturali o di movimenti d’aria creati dallo spettatore. Perciò interagisce concretamente con l’ambiente e con gli spettatori che ne fanno parte. Convergenze parallele agisce come un’interfaccia attraverso la quale gli spettatori conciliano la discrepanza percettiva tra quello che vedono effettivamente nello spazio reale (il movimento delle particelle di polvere che attraversano un  aggio di luce) e quello che vedono e ascoltano tramite l’installazione (l’amplificazione audio-visiva delle traiettorie delle particelle). I due contesti spaziali dell’opera, il “reale” e il “digitale”, coesistono parallelamente tra loro, ma convergono nel processo di percezione proprio di ogni spettatore. Al termine dell’esperienza, forse non sarà la complessità delle traiettorie o il suono ad accompagnare lo spettatore, ma una risonanza della  iscrepanza percettiva di quelle convergenze parallele.