Che fine fanno gli errori

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Cari amici di Share Festival,

grazie per essere stati tantissimi: più di 10.000 persone sono entrate al museo di Scienze Naturali dal 15 ottobre al 7 novembre 2010.

Dimostrazione che Share Festival continua ad espandere il proprio pubblico sempre più attratto dall’arte digitale, generativa ed espressiva allo stesso momento.

Musica, teatro, mostre, spazi multimediali, conferenze e workshop hanno contaminato i percorsi tradizionali del Museo di Scienze.

La 6° edizione di Share Festival – Smart Mistakes ha sorpreso e affascinato il pubblico ospitando 30 artisti, 35 conferenzieri, 2 mostre,1 progetto speciale, 5 performance, 25 appuntamenti in 6 giorni consecutivi di manifestazione e 3 giorni di anticipazione.

Grazie anche al programma di Youth Museum che abbiamo curato insieme a Club To Club, Musica 90 e con la collaborazione di Prospettiva2 – Teatro Stabile di Torino, Museo Regionale di Scienze Naturali, Your Time Torino Euopean Youth Capital, abbiamo compreso la forza e dimostrato il valore del progettare in rete e tante persone si sono ritrovate a condividere un momento unico a Torino.

Molti ci hanno perché abbiamo scelto l’errore come tema guida.
La scelta nasce dal fatto che vediamo il festival come una sorta di romanzo, una storia da raccontare. In ogni storia che c’è sempre un espediente narrativo, l’attivatore che fa accadere i fatti. Come in ogni storia ci sono i buoni e i cattivi: i buoni sono gli artisti e il cattivo è l’errore, quell’imprevisto che si sono trovato di fronte nel loro processo creativo.
Con le loro opere gli artisti hanno raccontato la storia di questo incontro e come è andata a finire: che siano stati errori tecnologici, di mutazione biologica o in un attimo di serendipity. Qualcuno ha vinto, qualcuno si è lasciato convincere ed è passato dall’altra parte, quella del cattivo (come la glitch art), qualcuno lo ha affrontato frontalmente e ha lottato, riporta ancora segni di lotta.

Ma tutti ne sono stati ispirati: tutti i gli ospiti, gli artisti e conferenzieri hanno aderito al tema Smart Mistakes con una fedeltà assoluta.

Il direttore de La Stampa Mario Calabresi ha ammesso l’errore culturale (sottolineando la sua natura per nulla intelligente) delle redazioni italiane che non hanno capito l’importanza dei new media, svalutando per anni le redazioni on line, fino a quando hanno dovuto ricredersi con i dati alla mano. Se un quotidiano oggi vende in media 300 mila copie, il sito dello stesso giornale ha 6 milioni di utenti unici e 85 milioni di pagine viste al mese.
Nel sistema dell’arte e nel sistema museale in Italia questo errore culturale, il non valutare la portata artistica dei new media, persiste pericolosamente tutt’ora.

Wu Ming 1 ha rivelato in modo inedito lo smart mistakes di un personaggio fondamentale del loro romanzo Q: Gerrit Boekbinder. Per un curioso errore di ricerca sul personaggio storico il suo soprannome è stato tradotto come “Gert dal Pozzo” e costruito su di lui un episodio che ne giustificasse proprio il soprannome. In realtà la traduzione era errata e il vero soprannome del personaggio storico era Gert dal Chiostro. Ecco da questo errore una serie di vicende articolate proprio sul pozzo: fuori da un’osteria, durante una rissa Gert cadde in un pozzo, e ne riemerge per abbattere gli avversari a colpi di secchio.

Il diritto di fallire è stato istituzionalizzato anche nell’intervento di Jurij Krpan che ha delineato come nell’ambito artistico, proprio in quelle forme d’arte che investigano, ricercano, sperimentano e che offrono nuove prospettive sull’arte, il ruolo che l’arte contemporanea ha nella società oggi non è di creare oggetti belli per compiacere la gente e il mercato, ma attribuire una dimensione temporale, dove il soggetto artistico si riferisce alla cultura dell’esperimento alla base dell’arte contemporanea. Esempio su tutti la presenza di Stelarc al festival che ha fatto della sperimentazione e della ricerca bio-artistica il centro del suo lavoro.

Il genetista Edoardo Boncinelli ha chiarificato con assoluta semplicità la differenza sostanziale tra evoluzione e progresso, assegnando un ruolo fondamentale nel processo evolutivo all’errore di trascrizione.

Mentre Sigfried Zielinski è riuscito a creare un ponte tra la conferenza sul futuro nel nostro presente di Stelarc con quella al di fuori del tempo di Bruce Sterling, che passando dall’architettura nordcoreana a Alexander Graham Bell, Mark Twain e Thaddeus Cahill, ha concluso Share Festival con una lezione sulle dimensioni di scala degli errori.

Non sono stati solo gli approfondimenti teorici e le interessanti prospettive aperte dalle conferenze ad attirare voi tutti: anche l’aspetto più attivista del festival ha destato curiosità ed interesse.

Il progetto RIOT de Les Liens Invisibles nelle strade del centro di Torino ha visto partecipare, un folto gruppo di pubblico che muovendosi lungo un sentiero immaginario è andato alla scoperta delle sculture immateriali che gli artisti hanno inserito nelle piazze di Torino.

Ci auguriamo che ne siate ispirati anche VOI perché l’errore segnala l’emergere di un problema, richiede soluzioni e le soluzioni portano innovazione.

Questo è anche il momento di ringraziare gli ospiti e sentire da loro e da voi amici di Share Festival i vostri commenti.

Vi invitiamo quindi a scaricare il catalogo di Smart Mistakes in formato pdf.
(http://www.toshare.it/press/SmartMistakes/Smart_Mistakes_ITA.zip )

E a lasciarci il vostro feedback sul blog di Share Festival.

Il ruolo di leadership contenutistica e di avanguardia delle prospettive del Piemonte Share Festival è stato sottolineato anche dall’attenzione da parte della stampa locale e nazionale, che ha presentato e seguito la manifestazione con parole sempre lusinghiere e spazi importanti.
La Repubblica del 26 ottobre parlava di Share in un grande articolo a tutta pagina intitolato “La cultura al futuro”, Torino Sette ha dedicato la copertina e 3 intere pagine al festival nel giorno del debutto e importanti testate nazionali, non soltanto di settore, (da Nova 24 del Sole 24 Ore a Arte Mondadori passando per XL, Glamour, Flair, Left e Wired) hanno parlato delle varie declinazioni dei nostri errori intelligenti. Il festival è stato richiamato in una bellissima pagina di intervista a Stelarc (con tanto di ripresa in copertina) sul quotidiano Il Manifesto il 6 novembre, mentre il festival volgeva al termine.

Rassegna stampa qui:
http://www.toshare.it/press/rassegnastampa2010.zip

I video delle conferenze qui:
http://www.toshare.it/?page_id=3537

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