Artmaker2

Exhibition at Toolbox

31th May – 3th June 2018

Share Festival è il nostro amato evento culturale Torinese, dove noi di Share Project esponiamo arte tecnologica per il pubblico nella nostra città. Ci diamo da fare per incoraggiare la comunità globale della tech-art.

Quindi, per Share Festival XIII:”Frankenstein: il moderno Prometeo”, ancora una volta stiamo distribuendo il kit di strumenti artistici sotto la nostra curatela: “Artmakerbag di Share Festival” nella nuova “Versione 2.0”

Si potrebbe presumere dal tema di quest’anno – “Frankenstein” – che i nostri attrezzi esistano per far sorgere mostri arrabbiati dai morti. Il che è in parte vero. Comunque noi a Share Project abbiamo sempre priorità più vaste e più profonde. Come Direttore Artistico di Share Festival per la XIII edizione, devo spiegare il ragionamento dietro alla nostra curatela e alla distribuzione di questi strumenti per l’arte tecnologica.

Per creare il nostro kit di attrezzi, abbiamo cercato consiglio da tecnici creativi in tutto il mondo. Hanno molto da dirci. A nessun artista tecnologico mancano mai gli strumenti. Hanno un mucchio di strumenti affascinanti, specializzati, arcani e high-tech. Posseggono interi scaffali di attrezzi specifici, spesso unici, che affollano i loro studi, atelier, garage e fabbriche-laboratorio.

Abbiamo ascoltato i loro consigli con profondo rispetto, perché a “Share Project”, un’ impresa culturale situata nel capoluogo della regione, Torino, è nostro compito curare nel globale ed esporre nel locale. Così abbiamo assemblato un kit di attrezzi speciale per gli artisti multimediali globali che arrivano dalle molte strade del nostro pianeta per soddisfare le loro esigenze in una situazione locale.

La nostra Share Festival Artmakerbag riflette lo stile di vita esigente delle persone dinamiche che creano net. art, arte interattiva, arte digitale, arte elettronica e arte cinetica. È un kit globale di attrezzi per festival locali, disegnato per essere portato a tracolla sui treni, taxi e traghetti, e dispiegato nelle mostre, ovunque vada l’artista.

Questa borsa porta il nostro nome, Share Festival e così dovrebbe riflettere il carattere della nostra regione. Abbiamo scelto di includere affascinanti attrezzi della tradizione artigiana italiana, in particolare, dalla lunga tradizione industriale di Torino.

La nostra prima Borsa Artmaker, dello scorso anno , era una tracolla chic italiana, adatta agli artisti software. Questa nuova versione 2.0 è uno zaino su larga scala, analogico, da ingegnere. Siccome il nostro tema per il 2018 è “Frankenstein”, abbiamo deciso di errare sull’aspro versante dei lavori pesanti.

Il nostro Artmaker 2.0 va incontro all’artista globale itinerante. Ogniqualvolta il tuo grande, delicato, complesso congegno artistico o installazione si spezza, si rompe, va in cortocircuito, funziona male o semplicemente impazzisce in pubblico, lo zaino Artmaker di Share Festival ti coprirà le spalle.

Dopo 13 anni che ospitiamo macchine artistiche qui negli eventi di Torino, siamo consapevoli della fatale fragilità di queste creazioni. Il nostro Artmaker è una clinica portatile alla Frankenstein con strumenti specialistici che vanno dalle pinzette fino ai martelli da carpentiere. In mani esperte, dovrebbe riportare in vita in un attimo la più morta delle opere d’arte multimediale.

Dopo molte discussioni, abbiamo deciso di dare agli artisti attrezzi di lunga durata, piuttosto che materiali artistici effimeri. Noi a Share Festival adoriamo l’elettronica, così la nostra Artmaker contiene attrezzi duraturi perfettamente funzionanti per manipolare l’elettronica , come un multimetro, un saldatore e una piccola ma potente “terza mano” come stazione di assemblaggio.

Abbiamo deciso deliberatemente di non offrire nessun componente elettronico monouso come ad esempio scorte di condensatori, interruttori o strisce LED. Il nostro Artmaker non è un kit didattico. Il nostro Artmaker serve per le necessità del mondo reale dei creativi veterani, navigati, di prim’ordine che sono già sulla strada per portare la torcia per il loro Frankenstein personale.

Ciò dichiarato, noi crediamo che il kit di attrezzi appropriato per l’artista dovrebbe avere una cornice estetica. Un kit di attrezzi ben selezionato ispira un sentimento di fiducia e creatività.

Con la sua ampia varietà di competenze finalizzate a molte azioni tecnico-pratiche, un kit di attrezzi dovrebbe invocare un senso di potenzialità e liberare l’umana immaginazione. A Share Project, noi crediamo nell’etica “maker”, nell’imperativo hacker e nello spirito di attivismo radicale di “Proviamo”. Noi, come comunità di pratica, dovremmo organizzare il materiale in modo da permetterci di dare alle belle cose una buona opportunità.

Infine, e più importante, il nostro Share Festival Artmaker è un regalo. Non è un kit di attrezzi commerciale, e non viene mai offerto in vendita al pubblico. E’ un gesto di rispetto pubblico, da parte nostra, ai nostri artisti, ai nostri ospiti, il cui lavoro apprezziamo.

Come Festival di arte tecnologica con radici locali e implicazioni globali, continueremo ad assemblare versioni nuove ed aggiornate di questi kit di attrezzi.

Queste Share Festival Artmakerbag sono souvenir di un spazio e di un tempo particolare. Vengono distribuite in un dato momento e in un luogo specifico.

Il loro contenuto varierà, anno dopo anno, con lo sviluppo di tecnologia e cultura, assieme alle variazioni del nostro festival. Nell’offrire questi attrezzi creativi ai nostri artisti, in ogni caso, invece di cimeli, medaglie e riconoscimenti statici, abbiamo scelto strategicamente di guardare al futuro e a opere d’arte ancora da prodursi. Questo perché, così come il nostro pubblico torinese, noi siamo gente curiosa; che non si scoraggia; che si pone delle domande.

Cosa verrà fuori dalla nostra ardente comunità di maker e dal suo locus di potenzialità? Proviamo!

Bruce Sterling

 

Aria e Luce

Alessandro Sciaraffa

supporto tecnico: Angelo Comino

Qui, adesso, subito e tutto, nella sua complessità. “Il mio cuore era fatto per rispondere all’amore e alla comprensione…bramavo amore e amicizia, e ogni volta ero ripudiato….Un tempo mi illudevo di incontrare esseri che, perdonandomi il mio aspetto esteriore, potessero amarmi….”

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Alba Mater

APOTROPIA

supporto tecnico: Daniele Suppo

“Alba Mater” è una video installazione immersiva composta da tre atti performativi. Tre rappresentazioni teromorfiche della natura del femminile.

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Metànthropia

Carlo Gambirasio

evoluzióne s. f. [dal lat. evolutio -onis, der. di evolv?re…]:…ogni processo di trasformazione, graduale e continuo, per cui una data realtà passa da uno stato all’altro – quest’ultimo inteso generalmente come più perfezionato – attraverso cambiamenti successivi…” (estratto dall’ Enciclopedia Treccani). A cosa serve la tecnologia? E’ la domanda da cui sono partito.

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Homo Faber

Diego Scroppo

supporto tecnico: Marco Cassino

“Era una creatura formata «nella poesia stessa della natura»” L’ Homo faber è soggetto agente che ha sempre posseduto utensili e che è sempre stato in grado di fabbricarne, produrne di nuovi per perseguire uno o più fini specifici, primo fra tutti quello della persistenza o meglio ancora della sopravvivenza.

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Il rifugio per la memoria frammentata di un’intelligenza artificiale caduta in disgrazia

Fabio Battistetti, Paola Lesina

supporto tecnico: Fabrizio Raimondo, Angelo Comino

Studio per un’opera: spazio per stare, riposare, muoversi e compiere una ricerca nella memoria, come esperienza e ricordo. Oggi la capacità cognitiva umana viene eguagliata, forse superata dal modello computazionale delle reti neurali. Siamo perennemente connessi, mantenuti in vita (sociale) dai dispositivi che maneggiamo. La realtà virtuale è reale, alla portata di dito. Una notifica ci invita in un’altra dimensione. Se non ricordiamo qualcosa, possiamo interpellare l’oracolo di G*****.

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Summa Fluctus

Giuseppe Acito

Summa Fluctus è un’installazione cinetica ed audio-visiva che esplora l’interazione tra le altezze (frequenze) di sei onde sinusoidali generate simultaneamente. Lo studio si basa sulla ricerca del matematico francese Joseph Fourier che nell’800 formulò le leggi che regolano i rapporti tra le onde armoniche prodotte da un suono in natura, ed in seguito di quello che la sintesi additiva ricreò artificialmente attraverso gli oscillatori elettronici che dagli anni ‘50 furono a disposizione dei compositori di musica elettroacustica.

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