Homo Faber – Diego Scroppo

supporto tecnico: Marco Cassino

“Era una creatura formata «nella poesia stessa della natura»” L’ Homo faber è soggetto agente che ha sempre posseduto utensili e che è sempre stato in grado di fabbricarne, produrne di nuovi per perseguire uno o più fini specifici, primo fra tutti quello della persistenza o meglio ancora della sopravvivenza. C’è un elemento che necessariamente deve essere aggiunto al tratteggio di questo archetipo del fabricans, egli è in grado di costruire sapere e competenze concrescenti tali da essere trasmesse. L’homo faber è colui che progetta, realizza ed utilizza un determinato strumento ed è anche colui che in questa sorta di irretimento fabbricativo, struttura sapere e competenze, tali, da costituire una base per una nuova fabbricazione materiale: -un sostrato progressivo di inspessimento relazionale tra l’uomo stesso e il cosiddetto prodotto/utensile; -una fabbricazione apparentemente immateriale; che saranno il nucleo per altre e diverse fabbricazioni e applicazioni materiali future. L’homo faber senza soluzione di continuità è, di fatto, instancabile edificatore di un mondo, parallelo a un mondo apparentemente già dato.

Diego Scroppo nasce a Torino nel 1981 dove si diploma all’Accademia Albertina di Belle Arti nel 2005. Tra le esperienze più significative uno stage di formazione curatoriale presso Unidee Città dell’arte, Fondazione Pistoletto a Biella e un progetto artistico in collaborazione con l’istituto LeFresnoy di Lille. Fa parte del gruppo di studenti della Fondazione Spinola Banna per l’arte. Ha al suo attivo due mostre personali presso la galleria Guido Costa Projects e due presso il suo “ghost space” e varie mostre collettive internazionali.