SHARE PRIZE 2011 5° EDIZIONE

Piemonte Share ha annunciato la short list della nuova edizione di Share Prize, il concorso internazionale che ha lo scopo di scoprire, promuovere e sostenere l’arte in epoca digitale.

Il premio quest’anno verteva sull’argomento della 7° edizione di Share Festival dal titolo Cops & Robbers.

Il tema si è ispirato a pratiche artistiche come l’appropriazionismo, l‘interventismo, il plagiarismo, che possono essere lette in una chiave che oggi fa del fake, mash up e remix un’estetica che sconfina in espressioni artistiche di frontiera e nel superamento delle consuetudini della legalità. Una tematica che si inserisce perfettamente con quel “fare rete” che fin dall’inizio ha implicato una dialettica tra legalità e illegalità, tra il furto e il dono, tra apertura e chiusura, tra la proprietà intellettuale e la condivisione e quindi tra partecipazione allargata e posizione dominante.

Una tematica alla base della cultura dei network, che fin dall’inizio ha si è sviluppata tramite questa dialettica tra legalità e illegalità, tra il furto e il dono, tra apertura e chiusura, tra la proprietà intellettuale e la condivisione e quindi tra partecipazione allargata e posizione dominante.

I 6 candidati al premio hanno partecipato alla 7° edizione di Share Festival  dal 2 al 13 novembre 2011 al Museo Regionale di Scienze Naturali. Ingresso 5 euro – Ridotto 2,5 euro – Gratuito sotto 18 anni e over 65.

I vincitori

Opere selezionate

[showtime]

Diachiarazione della giuria Share Prize 2011

Come nelle scorse edizioni una parte importante della nuova edizione del Festival è costituita dalla grande mostra interattiva delle opere finaliste per lo Share Prize 2011, il premio che fin dalla sua nascita si propone di scoprire, promuovere e supportare le arti digitali. La competizione internazionale è aperta agli artisti che usano le tecnologie digitali come linguaggio di espressione artistica, in ogni modo e forma. E così una giuria composta da Bruce Sterling e dalla curatrice della mostra Simona Lodi ha compiuto un complesso e approfondito esame di tutti i lavori che concorreranno per la vittoria dell’ambito premio.

Nell’ottica di questa edizione è stato selezionato un perfetto furto di dati, dove attraverso un software realizzato ad hoc gli artisti hanno collezionato dati da più di 1.000.000 di utenti di Facebook. Face-to-Facebook di Paolo Cirio e Alessandro Ludovico ha minato la fiducia delle persone che credevano che Facebook fosse come sorridere in un’eterna festa, senza essere consapevoli che i loro dati personali sono una miniera d’oro, consegnati al business in cambio di una melliflua socialità allargata/aumentata.

Il gesto infantile di tirare con la fionda di un gruppo di artisti pranker – IOCOSE – invece di deturpare, ha deturnato l’opera di un artista cinese dissidente in un famoso museo londinese, appropriandosi dell’opera stessa hanno eluso la sorveglianza e creato sconcerto tra il pubblico. Chi è l’autore ora?

Altri artisti invece si sono divertiti giocare a scacchi con delle Telecamere di Sorveglianza. Il duo svizzero !Mediengruppe Bitnik ha messo in atto un hackeraggio dello spazio pubblico della Città come pratica artistica e iniziato una partita non ancora terminata. Chi sorveglia i sorveglianti ha però fatto già scacco matto.

L’artista olandese Geert Mul ha costruito un oggetto che consente alle persone che lo usano di acquisire materialmente la capacità di generare dal magmatico contenuto della rete – una facoltà divina trasferita temporaneamente – nuovi percorsi narrativi con i milioni di terabite di immagini e suoni depositati on line. Un remix divino.

Un microrganismo (tardigradi), capace di sopravvivere nel cosmo, si trova a competere con il proprio avatar per accaparrarsi l’affetto del pubblico. L’uno dipende dalla vita dell’altro ed entrambi gareggiano per affermare chi ha più bisogno di cure: una fiction perfetta tra l’originale e la copia virtuale realizzata da Douglas Easterly, Matt Kenyon e Tiago Rorke.

I media sono ancora un sistema funzionale alla democrazia o piuttosto il suo contrario? Un dispositivo simile a una spina elettrica costruito da Julian Oliver e Danja Vasiliev garantisce alle persone comuni di avere il proprio turno nel poter manipolare le notizie veicolate dai sistemi wireless per creare la propria propaganda dal basso. Un passo in più nelle hackeraggio mediatico.