Share Prize XV

Share Prize è il prestigioso premio dedicato all’arte contemporanea declinata alla tecnologia e alle scienza. La piattaforma ha invitato artisti di tutto il mondo a presentare le proprie opere per la XV edizione.

La giuria quest’anno è composta da: 

Bruce Sterling direttore artistico di Share Festival

Jasmina Tešanovic curatrice di Share Prize

Francesca Canfora e Laura Tota board curatoriale Paratissima

Paolo Cirio artista, hacktivista e critico culturale

Valentina Tanni storica dell’arte, curatrice e docente.

Le opere candidate al premio dovranno seguire il seguente tema: 

“ELABORATOR” The Heart of the Artificial Intelligence”

Molto tempo fa, prima della globalizzazione, i computer avevano un nome nazionale. In Francia si chiamavano “ordinateurs”. In Spagna si chiamavano “ordenadores”. Erano le macchine che mettevano il mondo in ordine. In Germania erano “datenverarbeitungsanlage,” l’attrezzatura per lavorare con il data. Ma in Italia, i computer erano gli “elaboratori”,  cioè le macchine che elaboravano il mondo .  

Gli elaboratori hanno vinto.

I computer adesso non “computano” solo per risolvere i nostri problemi matematici. Viviamo con le conseguenze delle loro soluzioni tecniche. Essi adesso sono autodidatte  reti neurali, le macchine più elaborate mai fatte. 

Elaboratori non hanno ambizioni razionali. Usano il sistema probabilistico. Possono sconfiggere gli avvocati, automatizzare i pittori. Con un paio di parole degli umani – le più semplici azioni umane,   generano enormi meravigliose barocche costruzioni,  da non fidarsi per niente. Gli elaboratori hanno tutto il potere della computazione moderna “cloud ”. Gli elaboratori hanno la “data base” più grande e sporca nel mondo. Le compagnie  “high tech” più grandi al mondo lottano fra di loro usandole.

Ieri i computer computavano ma domani gli elaboratori elaboreranno. Generatori genereranno, degenereranno e rigenereranno. E come facciamo a giudicare il loro valore?

Come ci sentiamo a proposito?  Quali sono le gioie e i  dispiaceri? Cosa vuol dire che i computer sono più polivalenti, civilizzati, politicamente e socialmente più complessi, più inseriti nella storia d’ arte raschiata via – tutto sommato, più italiani che mai prima?

È ancora troppo presto per capire la verità. Ma possiamo fare delle opere d’ arte che possono mettere alla prova la nuova situazione –  diciamo sempre nel Share festival “proviamo” . A Torino non aspettiamo mai passivamente  che ci si dice quello che succederà’: lo proviamo e vediamo. In questo mondo di elaborata incertezza. Che arte ci indichi la strada! 

Bruce Sterling, Direttore Artistico di Share Festival 

Jasmina Tešanovic, Curatrice di Share Prize